Weekly Playlist N.18 (2020)

Prefazione a cura di Matteo “Theo” Damiani.

Nelle ultime settimane, ogni festival musicale previsto per la stagione estiva 2020 ha da ultimo subito la stessa infausta sorte. Ci si trovi d’accordo o meno con le decisioni piovute dall’alto, la cancellazione de facto è stata infine giudicata quale soluzione probabilmente inevitabile in un simile momento storico – ma a monte dell’imprevedibile avversità, molti organizzatori in lungo e in largo per il globo, qualora trovatisi nella possibilità, hanno ciononostante preferito optare per una posposizione dell’edizione che si sarebbe dovuta tenere di lì a qualche settimana, o anche mese, traslandola direttamente al 2021; in alcuni fortunati scenari, persino con l’intenzione annunciata o già assicurata di mantenerla integralmente intoccata.
È il caso dello Steelfest Open Air, kermesse finlandese che da ormai dodici anni (di cui solo otto pubblici, dopo i primi quattro trascorsi nella forma di evento privato) mette puntualmente in scena nella piccola città di Hyvinkää (un’ora scarsa di automobile o mezzi pubblici procedendo verso nord da Helsinki), a metà maggio e in due giornate spalmate intelligentemente su due palchi non esclusivi tra loro (e.g. totalmente evitanti sovrapposizioni nelle esibizioni, uno outdoor ed uno indoor in un’area comune e contenuta), un festival di assoluta dedizione, genuina passione, autentico cuore, indomito spirito e, ciononostante, imbevuto di una sbalorditiva professionalità mai dimentica della misura d’uomo necessaria alle finalità veicolari di questo tipo di musica che, in tal modo, riesce a rimanere la centrale raison d’être dell’evento: un appuntamento, anche si dovesse tralasciare il piccolo dettaglio della testarda dedizione esclusiva alle forme più oscure ed estreme del Metal di morte, di natura più unica che rara nel suo genere – e va con ogni probabilità da sé, considerato il riflettore concesso su queste pagine, che grossa parte della scelta nel forgiare il bill ricada ogni anno principalmente proprio sul Black Metal e le sue dirette sfumature limitrofi.
La tredicesima edizione avrebbe, in circostanze normali, dovuto avere luogo questo weekend (più precisamente: domani e dopodomani) – si terrà invece, apparentemente invariata nel suo pregevolissimo bill, esattamente oggi fra un anno (14 e 15 maggio 2021); per consolare dunque le anime di coloro i quali avrebbero dovuto o voluto parteciparvi quest’anno e dal momento che ottima parte della redazione -nonostante l’avversione ad ogni fidelizzazione di tale tipo e solo ed esclusivamente per l’estrema bontà ed unicità della proposta del festival ogni singolo anno- è coincidentemente ormai divenuta habitué della rassegna, per questo giovedì abbiamo deciso di mettere da parte gli aggiornamenti e le scelte più o meno motivate dalle mensole, spolverandole invece per realizzare una playlist speciale, esclusivamente dedicata, mediante la selezione personale di nove brani a cura dei nostri artisti preferiti (dei generi che trattiamo qui sopra) tra quelli che si sarebbero dovuti esibire e che, apparentemente, lo faranno invece di qui a 365 giorni.
Un saluto, un incoraggiamento – un tributo personale dello staff della vostra amata webzine allo staff del suo amato festival. Nonché, vogliate concederlo, un’ottima selezione e playlist in generale. Non senza una aliena sorpresa…

… jos kuolemalla kuoleman voittaa!

Per il momento cercate soltanto di soprassedere sulle grafiche mozzafiato approntate per l’occasione e sull’estrema qualità dei brani scelti, poiché per accedere a tutte queste meraviglie concettualmente e per l’evenienza legate tra loro bisogna prima passare nell’orrorifica galleria cementata in ossa umane da un act altrettanto leggendario ma che non è di certo qui per future esibizioni live: da sempre tendenzialmente contrari a qualunque fruizione della loro opera diversa da quella dell’ascolto privato, con religioso silenzio e bocca spalancata in terrore, i francesi Deathspell Omega mandavano in stampa quindici anni esatti fa Kénôse”, unico anniversario ricordato in settimana nonché unico ingresso possibile, nel terrificante quarto d’ora che ne funge da prima traccia, ad una raccolta che oltre al celebrare mette anche in luce il futuro oggi più che mai instabile di chi porta musica dal vivo a noi appassionati.
Una volta finito l’incubo, è ovviamente la luce del sole riflessa sui manti di neve e sugli specchi d’acqua finnici ad infonderci il coraggio necessario a sperare nell’avvenire, anche se a questo giro i Moonsorrow non li vedremo né allo Steelfest né, presumibilmente, al Luppolo In Rock qui da noi a luglio. L’assenza degli eroi di Helsinki dal suolo italiano sembra allungarsi dunque di almeno un altro anno, ma ribadiamo già da ora che ogni secondo di attesa verrà ripagato al momento del loro ritorno, quando saremo tutti con il pugno al cielo ad emozionarci con “Hiidenpelto” (da quel Voimasta Ja Kunniasta” che l’anno prossimo compie vent’anni, e chi ha da capire capisca). Oltre che della possibilità di ammirare questi ragazzacci (con magari pure Henri Sorvali a tenere le retrovie…, dal momento che sarà già ufficialmente impegnato nella prima giornata alle tastiere dei Druadan Forest così come lo fu l’anno scorso per i Vargrav e quello prima per i Satanic Warmaster), il posticipo della kermesse nordica priva per ora il pubblico anche dell’esibizione dei mitici Impaled Nazarene in terra natìa, fattore da non sottovalutare se si considerano le abitudini di questi soggetti una volta varcati i patri confini; magari il delirio di onnipotenza dato dall’uso di una lingua finalmente comprensibile anche a loro li avrebbe addirittura spinti a gesti inconsulti tipo riuscire a presentare i pezzi in scaletta, oppure ricordarsi di quella mina scandalosamente poco considerata di Absence Of War Does Not Mean Peace”, da cui estraiamo l’inno generazionale “Hardboiled And Still Hellbound” mentre mettiamo al fresco le birre in attesa di maggio 2021. Unico nome in cartellone a poter rivaleggiare direttamente con Mika Luttinen e compari per denunce a carico sono senza dubbio gli svedesi Nifelheim (ci sarebbero anche i Profanatica, ma si andrebbe sul penale), gruppo forse da sempre un po’ troppo poco esplicitamente proposto su queste sofisticate pagine per via di una latitanza discografica che perdura dal 2007, ma largamente apprezzato tra chi vi scrive sopra, nonché degno di menzione per la sua storia di successi, borchie, calvizie e titoli sobri quali “Deathstrike From Hell”, proveniente da Devil’s Force” del 1998 e tributato oggi.
Altri degni rappresentanti del metallo a tinte gialloblù prossimamente ad Hyvinkää saranno i Mörk Gryning, di cui a questo punto chi parteciperà al festival l’anno prossimo potrà forse ascoltare dal vivo anche gli estratti dell’atteso ritorno su full-length: di sicuro, tra i redattori in partenza tanta era la voglia di sentire in un’occasione tanto rara perlomeno qualche brano contenuto nel debutto Tusen År Har Gått…”, tipo “Omringningen” ad esempio, ma la verità è che se abbiamo pazientato ben tre lustri per un nuovo album allora non c’è proprio nulla da temere per un live. Visto però che si parla di vecchie chicche ed esibizioni esclusive per gente ancor più vecchia delle chicche esclusive, vale la pena sottolineare la malsana fascinazione dello Steelfest per le cult band francesi della seconda metà anni Novanta, sublimatasi nel passato 2019 con una performance dei Seigneur Voland che chi scrive porta nel cuore per i più svariati ed assurdi motivi. Questo fine settimana sarebbe toccato invece a niente meno che Osculum Infame e Seth eseguire per intero i loro piccoli grandi classici territoriali Dor-Nu-Fauglith” e Les Blessures De L’Âme”, quindi chi tra di voi, come noi e i nostri amici finlandesi, è rimasto sotto col rance Black Metal de France posi per un secondo Céline e rimedi due biglietti per l’edizione ventura, godendosi nel frattempo le rispettive “Vampiric Warmaster II” e “…À La Mémoire De Nos Frères”.
Accanto alle riproposizioni integrali non ci si farà tra l’altro mancare qualche nome bello grosso impegnato in set old school che più old school non si può, tra i quali spiccano gli headliner Sodom e soprattutto i Samael esclusivamente impegnati con i primi due storici lavori in studio; prospettiva limitata quanto si vuole, ma è anche vero che certi discorsi si vaporizzano seduta stante quando dalle casse esce “Morbid Metal”, quando è di nuovo il 1991 e due fratellini del Canton Vallese stanno cambiando il corso della musica estrema per sempre con Worship Him”. Tuttavia, chi sta seguendo le uscite di questo 2020 sa bene che la Finlandia non è assolutamente un paese (solo) per vecchi, tanto che tra i diversi nomi di giovinastri previsti nella due giorni, imbevuta di new sensation nazionali come i Faustian Pact, dalla remota Islanda gli organizzatori faranno arrivare i letali Misþyrming, act apprezzato anche nella nostra Penisola ma ovviamente tenuto ben lontano dai nostri palchi: se il potenziale distruttivo dei ragazzi sarà anche solo metà di quello scatenato con lo stupendo Algleymi” allora sì che ci sarà da fasciarsi la testa ancora prima di rompersela, almeno stando allo scapocciare citofonato da “Ísland, Steingelda Krummaskuð”.
Arrivati così all’ultimo pezzo del lotto, senza ulteriori giri di parole per un articolo già troppo lungo, ci auguriamo soltanto che ascoltare questa playlist così particolare vi abbia appagato (o appagherà) proprio come ha fatto con coloro che a quattro mani l’hanno assemblata e presentata in queste righe, magari facendovi iniziare a risparmiare per un (consigliatissimo) weekend a Hyvinkää tra un annetto – sempre che il periodaccio finanziario e globale lo consenta: di sicuro non andrà tutto bene come dicono, ma del resto i Primordial di To The Nameless Dead” lo sanno da molto prima del 2007, e di altrettanto sicuro c’è solo che noi li ascolteremo sempre, anche e soprattutto se pure quella che è ormai diventata l’edizione 2021 dello Steelfest dovesse saltare e tutto finire; è dunque nella speranza che alla provvisoria caduta di un impero ne sorga uno ancor più solido che la redazione vi saluta sulle note di “Empire Falls”, garantendovi altri mille anni di grande musica (anche dal vivo) nonostante tutto.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Deathspell Omega“Kénôse I” (from Kénôse (EP)”, Norma Evangelium Diaboli 2005)

2. Nifelheim“Deathstrike From Hell” (from Devil’s Force”, Necropolis Records 1998)

3. Moonsorrow“Hiidenpelto – Häpeän Hiljaiset Vedet” (from Voimasta Ja Kunniasta”, Spikefarm Records 2001)

4. Osculum Infame“Vampiric Warmaster II” (from Dor-Nu-Fauglith”, Mordgrimm Records 1997)

5. Misþyrming“Ísland, Steingelda Krummaskuð” (from Algleymi”, Norma Evangelium Diaboli 2019)

6. Mörk Gryning“Omringningen” (from Tusen År Har Gått…”, No Fashion Records 1995)

7. Samael“Morbid Metal” (from Worship Him”, Osmose Productions 1991)

8. Impaled Nazarene“Hardboiled And Still Hellbound” (from Absence Of War Does Not Mean Peace”, Osmose Productions 2001)

9. Seth“…À La Mémoire De Nos Frères” (from Les Blessures De L’Âme”, Season Of Mist Records 1998)

10. Primordial“Empire Falls” (from To The Nameless Dead”, Metal Blade Records 2007)

Michele “Ordog” Finelli

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